
Agli inizi degli anni ottanta il progetto compie una decisiva svolta in
senso pedagogico. Oltre la metà degli studi realizzati riguardano modalità di
applicazione ai programmi scolastici, dalle scuole dell'infanzia fino alle
scuole superiori.
Nel 1984, dopo le teorizzazioni di Gardner sulle Intelligenze Multiple,
parte Project Spectrum nelle università americane di Harvard e
Tufts, cercando di definire una pedagogia alla quale gli insegnanti possano
ispirarsi per organizzare la vita della classe e della scuola. Tutto questo si
traduce, nella didattica, in un approccio teso a valorizzare le differenti
potenzialità di ogni bambino, individuabili attraverso un'osservazione
sistematica e condotta con criteri e strumenti validati scientificamente, ma
sostanzialmente molto diversi dai tradizionali test di intelligenza.
Questa ricerca aveva come obiettivo quello di individuare i vari tipi di
intelligenze presenti nei bambini, ma per far questo occorreva modificare le
normali attività curricolari. Si è visto, in sostanza, che introducendo
attività che aiutavano i bambini a prendere consapevolezza delle proprie
potenzialità in un certo ambito, si ottenevano dei miglioramenti a breve e
lungo termine nell'apprendimento scolastico e nella motivazione a proseguire
gli studi. Spectrum si è basato sull'assunto che ogni bambino ha un potenziale
di sviluppo forte in una o in alcune aree di contenuto e che è responsabilità
del sistema scolastico scoprirle e nutrirle. La valutazione alternativa si pone
come ricerca di una scuola in grado di offrire il meglio per ognuno e per
tutti. Una scuola alternativa, che ponga al centro l'apprendimento e l'alunno,
guarda al futuro (T. Blythe, Gardner, 1993).
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