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venerdì 20 maggio 2016

I GRUPPI DI MUTUO AUTO AIUTO


Sono Aprofessionali (meno burocratiche, economiche, accessibili), orientati sui pari che vivono un bisogno o disagio e si basano sulla responsabilità e partecipazione dei membri che sono al tempo stesso prestatori e fruitori di cure.

I primi gruppi di mutuo auto aiuto risalgono al 1935 negli Stati Uniti ad Akron con l’istituzione degli AA Alcolisti anonimi grazie all’iniziativa dei fondatori Bill Wilson e Bob Smith, due medici ex alcolisti che cedettero fortemente nel poter rimanere sobri grazie al sostegno reciproco.
L’OMS li definisce i Self-help come l’insieme di tutte le misure adottate da non professionisti per promuovere, mantenere o recuperare la salute di una determinata comunità.
Katz e Bender, 1976, definiscono i self help come strutture di piccolo gruppo a base volontaria finalizzate al mutuo aiuto e al raggiungimento di scopi particolari.
  • -          Sono formati da pari che si uniscono per assicurarsi reciproca assistenza nel soddisfare bisogni comuni, per superare una disabilità o un problema comune o per impegnarsi in cambiamenti personali o sociali.
  • -          I promotori hanno la convinzione che i loro bisogni non possono essere soddisfatti dalle normali istituzioni.
  • -          Enfatizzano le relazioni sociali faccia a faccia e il senso di responsabilità personale dei membri.
  • -          Assicurano sostegno emotivo e assistenza materiale, in alcuni casi sono orientati a qualche “causa” proponendo ideologia o valori che conferiscono identità personale.

Per gli autori citati i gruppi possono essere:
  •  Autocentrati ovvero focalizzati sugli interessi dei partecipanti (focalizzati sull’autorealizzazione e crescita personale)
  • Eterocentrati con scopi generali più ampi (difesa sociale, lotta all’emarginazione, creare nuovi modelli di vita)
  • Gruppi misti

Per Francescato e Putton (1995) possiamo invece classificare i gruppi self help per caratteristiche dei problemi:
-          Controllo del comportamento (AA)
-          Portatori di disabilità o malattie croniche
-          Gruppi di parenti di persone con problemi gravi (l’efficacia è nel sostegno emotivo, informativo e strumentale)
-          Gruppi di persone che attraversano un periodo di crisi (lutto) (l’efficacia è nel sostegno sociale)

"L’intento comune di tutti i gruppi di auto - aiuto è quello di trasformare coloro che domandano aiuto in persone in grado di fornirlo" (Martini, Sequi, 1988 ), aumentando la padronanza e il controllo sui problemi.
La persona che aiuta aumenta il proprio senso di autocontrollo e competenza personale, riceve riconoscimento, si sente meno dipendente, ha l’opportunità di “osservarsi” dall’esterno e di apprendere avvertendo equilibrio tra dare e avere.
Novità
Stanno nascendo dei gruppi di self-help via internet per dipendenti da internet, da gioco o per problematiche legate al transessualismo o all’omosessualità.
 


martedì 22 marzo 2016

Ad ogni donna, oggi, é richiesto di possedere mille capacità, deve lavorare e curare il focolaio domestico, deve essere forte e gentile allo stesso tempo, crescere i figli e coltivare i propri interessi, deve rispondere alle continue richieste della società allontanandosi dalla reale natura e dai bisogni della propria anima.
Attraverso le storie narrate da Clarissa Pinkola Estes in “Donne che corrono coi lupi” sarà possibile in un contesto protetto e tutto femminile, raccontare e condividere i propri vissuti per riscoprire le radici della propria natura.


Obiettivi
Gli incontri si propongono di affrontare le questioni dell'anima femminile per conoscere la propria femminilità e migliorare il rapporto con se stesse. La donna, da sempre, sente in modo diverso dall'altro sesso, manifestando una sensibilità' che nella storia é stata domata, usata, manipolata e negata. Entrando in contatto con le proprie emozioni si riconquista una forza innata.

Metodologia
Incontri di gruppo in cui, attraverso l’utilizzo della lettura del libro, della musica e del movimento corporeo, le partecipanti potranno entrare in contatto con se stesse e potenziare le proprie risorse personali.



Partecipanti
Donne desiderose di essere attive e coscienti nel Divenire del proprio Essere. Essere libere dagli stereotipi di sottomissione che hanno dominato per secoli.

Quando
Il gruppo si incontra di solito la domenica mattina alle ore 10.00-11.30 con cadenza mensile.
Gli incontri saranno condotti dalla Psicoterapeuta Dott.ssa Veronica Dell’Oste.
Il costo a partecipante sarà di 15 euro per il gruppo d'incontro.

Dove
Presso il centro Erba Sacra di Fiumicino in Via Passo Buole 117 Fiumicino

Informazioni e Prenotazioni
Contattatemi tramite il form, email veronicadelloste@gmail.com oppure 3286389760

lunedì 14 marzo 2016

IL MODELLO UMANISTICO DI ROGERS

Si può utilizzare il modello di Carl Rogers soprattutto nella prima fase di accoglienza del paziente. La Psicologia umanistica riflette la cultura statunitense dell’individualismo e del pragmatismo. Carl Rogers (1902-1987) fu il fondatore di questa tradizione metodologica, dissociandosi dai due approcci prevalenti del tempo: la psicoanalisi e l’approccio comportamentista poiché riteneva che non rispettassero l’unicità del paziente. Rogers sviluppo’ una forma di Counseling non direttivo, definito Approccio Centrato sulla Persona, spostando il focus su come l’individuo si trasformi nel suo percorso di crescita personale verso una crescita ottimale. L’aspetto maggiormente riconosciuto sta nell'enfasi sulla relazione terapeutica quale elemento curativo. Per modificare la personalità sono tre gli elementi più importanti: genuità o congruenza, comprensione empatica e accettazione positiva incondizionata che porta il cliente al cambiamento. La strategia primaria è l’ascolto empatico che mette in gioco la capacità di chiarire e riflettere i sentimenti del paziente, così da restituire l’accettazione incondizionata. La congruenza del terapeuta permette al paziente di stare in un stato non dominato dall'ansia
Con il tempo l’accettazione incondizionata da parte del terapeuta permette al cliente di vedere il proprio sé attraverso la condivisione senza giudizio dei sentimenti e dei pensieri, al di fuori del giudizio giusto-sbagliato.


All'interno del modello Umanistico vengono utilizzate tecniche gestaltiche con lo stesso obiettivo di raggiungere l’autorealizzazione del paziente. La Gestalt cerca di rendere il paziente libero da chi è, e non di essere quello che dovrebbe diventare. I clinici della Gestalt sviluppano un ambiente dove abbia valore il “qui ed ora” così da permettere la crescita e il cambiamento attraverso role play dove si interpretano proiezioni e drammatizzano ricordi, al fine di far acquisire ai clienti maggior consapevolezza delle emozioni da loro provate e dei sentimenti che causano negli altri (Giusti, Ornelli,1999). La tecnica maggiormente conosciuta è quella della sedia bollente,che consente al cliente di proiettare su di una sedia vuota posta di fronte a lui un personaggio immaginario con il quale vuole, o pensa di volere, entrare in relazione: il dialogo che ne scaturisce integra le due polarità delle forza interiori e permette la “chiusura di figure incomplete” e del tutto “maggiore della somma delle parti”.


L'APPROCCIO STRATEGICO INTEGRATO

IL MIO MODELLO

La terapia strategica integrata nasce negli anni '90 e viene ufficializzata nel 2003 con la nascita della Scuola di Psicoterapia Strategica Integrata di Roma. 
La terapia breve strategica si caratterizza dal fatto che il terapeuta, durante i suoi interventi, si assume la responsabilità di influenzare attivamente e in modo diretto il comportamento del paziente (Haley,1963). 


Il terapeuta, nelle prime fasi, è orientato all’estinzione del sintomo e alla risoluzione del problema.
Il paziente partecipa insieme al paziente nel processo di cambiamento.
Uno dei più grandi autori di riferimento della terapia strategica è Milton Erikson 
soprattutto
      - nell'utilizzo di un modello non patologico inteso come non etichettamento del paziente in una categoria diagnostica. Categorizzare il paziente in una classificazione diagnostica non è d’aiuto alla relazione, non ci permette di comprendere la complessità e la realtà del paziente e inoltre non aiuta la persona ad uscire fuori da quella descrizione di sé.

     - Valorizzazione delle risorse della persona.

-    - Utilizzazione di ogni esperienza portata in terapia dal paziente.
-    - Impegno del paziente a rendersi attivo fuori dall’orario delle sedute attraverso esercizi e prescrizioni.
-    - Intervento pianificato e personalizzato per ciascun paziente. 
 
Secondo il modello strategico il problema portato dal paziente può essere sintetizzato in tre punti:
-    La permanenza di un problema nella vita attuale di un paziente è sostenuta da comportamenti presenti e attivi nel contesto in cui egli vive;
-    Questi comportamenti coincidono spesso con le soluzioni tentate dal paziente- e/o dalle persone con le quali intrattiene rapporti significativi- per risolvere il suo problema;
-    L’obiettivo del cambiamento sono le soluzioni tentate (Watzlawick et al. 1974).

Nelle successive formulazione si aggiungono altre fasi che guidano il processo terapeutico al problem solving strategico. 

domenica 26 aprile 2015

NON RIESCO A SMETTERE DI GIOCARE


Questo seminario è aperto a tutte le persone interessate ad informarsi sul meccanismo della dipendenza da gioco. 
Il mercato dei "giochi d'azzardo" sta presentando in Italia un ampia e crescente offerta di giochi, di diverse modalità, di maggiori occasioni e luoghi per giocare. Tale aumento dell'offerta ha evidenziato un notevole aumento della dipendenza da gioco d'azzardo, quel meccanismo di fronte cui la persona non riesce a smettere di giocare mettendo in serie rischio la sua qualità di vita. 
Il gioco d'azzardo rappresenterebbe per molte persone un "mondo altro e parallelo" in contrapposizione, e in alternativa, ad un mondo apparentemente governato da razionalità e da calcolo. Un mondo "altro" che permette di vivere un'avventura, una sfida o di sperare in un magico cambiamento della propria vita. Ma giocare d'azzardo è anche per molti una possibilità per riempire momenti di noia, di mancanza di senso, di depressione e di insoddisfazione.
L'oggetto della dipendenza in questo caso è rappresentato da condotte che sembrano normali o quotidiane ma che, in realtà, sfociano nella vera e propria patologia.

Il seminario si propone di informare su questa nuova patologia illustrandone rischi e possibilità di cambiamento.

Il seminario, promosso dalla Pro Loco di Fiumicino e dall'AssociazionePianeta Psicologia è aperto a tutti e sarà tenuto dalla Psicologa-Dott.ssa Veronica Dell'Oste.

Il contributo a partecipante è di 5 Euro

Dove
Aula Congressuale di Villa Guglielmi di Fiumicino (Via della Scafa)

Quando

9 Maggio 2015 ore 16.00

Per informazioni e prenotazioni contattare:

Dott.ssa Veronica Dell'Oste
tel. 3286389760
veronicadelloste@gmail.com



giovedì 2 aprile 2015

CHE FINE FARANNO I PAZIENTI PSICHICI DEGLI OSPEDALI GIUDIZIARI?

Il 31 MARZO è il giorno in cui si sarebbero dovuti svuotare – questo prevede la legge – i sei ospedali psichiatrici giudiziari (Opg), l’ultima frontiera degli internati, coloro che, colpevoli di un reato ma inadatti per problemi psichici a scontare la pena in galera, sono finiti in una struttura carceraria gestita dalle Asl. Polizia penitenziaria e infermieri insieme, sbarre e antidepressivi (in misura molto maggiore rispetto ai normali istituti detentivi, dove pur se ne abusa). 
Una tortura, ha decretato l’Europa più volte e confermata dalle ispezioni nel 2010 che trovano anche pazienti legati al letto con un buco nel mezzo per feci e urine. Una vergogna da chiudere, anche secondo l’ex presidente della Repubblica, Napolitano. 
Le uniche decisioni prese dal governo sono la chiusura degli Opg, dando il tempo alle Regioni di adeguarsi, e aprire i Rems.

Cosa sono i Rems?




I rems sono residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria, senza più sbarre o poliziott, ma strutture dedicate ai pazienti sotto l’esclusiva gestione delle Asl. Ogni residenza avrà 20 pazienti.
   
Ma come al solito lo Stato e le Regioni non sono pronte. Non vi è personale specializzato e le strutture non sono state ancora costruite. 
Eppure ogni Regione, dopo aver ricevuto decine di milioni di euro dallo Stato (con un decreto ministeriale del dicembre 2012), volendo fare le cose in grande non ha terminato il proprio lavoro e i pazienti verranno trasferiti un pò e un pò là. Dal giorno della scadenza gli ex manicomi giudiziari non accetteranno nuovi ingressi. 
«Ci sono centinaia di malati psichici che non possono ancora essere trasferiti perché non si sa ancora dove mandarli... sono un po’ sfiduciato», ha allargato le braccia Santi Consolo, capo del Dipartimento della polizia penitenziaria. Nessuno stravolgimento, dunque, ma una lenta rivoluzione. Nei prossimi mesi, gli internati torneranno nelle Regioni da cui provengono, presi in carico dalle Asl. Dovrebbero andare nelle Rems, cioè le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, luoghi meno afflittivi degli ospedali giudiziari. Ma ci vorranno dei mesi.

Di quante persone parliamo (perchè sempre di persone stiamo parlando)?
   
Gli internati negli Opg sono poco più di 700 (761 il 30 novembre 2014, e poi in calo grazie alle alternative psichiatriche garantite dalle stesse Regioni) e tra loro, sostiene sempre l’Organismo di controllo, oltre 450 sono stati dichiarati dimissibili a partire dal primo giugno dello scorso anno. Si tratterebbe, dunque, di trasferire circa 350 persone, considerate ancora pericolose socialmente e bisognose di assistenza residenziale. 

Ad oggi solo 6 hanno fatto le valigie ma il processo sarà lento e pronta arriva la risposta del ministro della Giustizia, Andrea Orlando: «Non speculate su questo tema perché è facile dire che si liberano persone pericolose, ma tutto questo non è vero. Passiamo dall’internamento alla cura. Non è poco».

Quali Regione sono più coinvolte?

Il Piemonte, per esempio, che ha previsto di costruire due strutture residenziali in provincia di Biella e di Alessandria. Costo totale: 12,6 milioni di euro per 70 posti letto (quando gli internati non dimissibili sono meno di 20). Tempi di realizzazione: 24 mesi. 
In Lombardia, nell’ attesa che vengano realizzate tre strutture nuove e venga riqualificato l’Opg di Castiglione delle Stiviere (costo totale: 34 milioni di euro per 240 posti letto), accoglie anche i pazienti della Valle d’Aosta e del Piemonte. 
Sei sono gli Ospedali psichiatrici giudiziari italiani, Opg: Montelupo Fiorentino, Aversa (Caserta), Napoli, Reggio Emilia, Castiglione delle Stiviere (Mantova) e Barcellona di Pozzo di Gotto (Messina). 

Nel Lazio il Presidente della Giunta Regionale Nicola Zingaretti e il Ministro della giustizia Andrea Orlando anno inaugurato a Pontecorvo la prima Residenza per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria (REMS). La prima fase del progetto REMS prevede l’attivazione di quattro sedi provvisorie:
  • Pontecorvo: questa struttura è un ex SPDC, servizio psichiatrico di diagnosi e cura. Sarà operativa da oggi e avrà 11 posti letto per pazienti donne. Il personale, in attesa dello svolgimento del concorso, è stato selezionato tra i dipendenti della Asl di Frosinone ed è stato adeguatamente formato per poter accogliere e assistere i pazienti che saranno trasferiti dall’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere e dalla Casa di Cura e Custodia di Solliciano.
  • Ceccano: questa struttura prevede 20 posti letto maschili. I lavori sono in corso e la loro conclusione è prevista entro il mese di aprile.
  • Subiaco: questa struttura prevede 20 posti letto maschili. I lavori sono in corso, apertura fine aprile.
  • Palombara Sabina: questa struttura prevede 28 posti letto maschili. Lavori in corso così come le procedure di selezione del personale.
La seconda fase vedrà l’attivazione delle tre REMS definitive (Rieti, Ceccano e Subiaco). Il tempo stimato per le aperture delle definitive va da un minimo di un anno ad un massimo di due anni:

Ciascuna REMS dovrà essere dotata di un totale di 27 operatori: 12 infermieri, 6 operatori sociosanitari, 2/5 medici psichiatri, 1 tecnico per la riabilitazione psichiatrica, 1 psicologo, 1 assistente sociale, 1 amministrativo.






Fonte: Corriere della Sera e il Fatto Quotidiano 
Antonio Castaldo
Andrea Pasqualetto